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       MAPPE VIAGGI

 

​​Scattare una foto, raccontare della foto. Tu che leggi ti chiederai, ma dove si trova?
Senza pretese, pronte da leggere e andare, senza navigatore, solo un pizzico di avventura, e una spruzzata di probabili imprevisti. Questo è viaggiare. Un clic, un Moleskine, e una mappa.

 

​SCRIVERE VIAGGIANDO
 

Lo scrivere, imprimere su di un moleskine un evento,una sensazione, un luogo.

Ho composto per ogni nostro viaggio un diario, dove ho annotato quello che vedevo tramite la scrittura. 

Ho raccontato i luoghi con i nostri occhi. Ho scritto di posti particolari dove bisognerebbe andarci almeno una volta.

Certo sono solo frammenti di vita, briciole che possono arricchire un viaggio anche solo con la lettura.

           IMMAGINI IN VIAGGIO

 

​​...proprio così, è un viaggio

fatto di immagini
delle nostre zingarate in giro

per il mondo.La foto, per chi la osserva per la prima volta,può far nascere curiosità,stupore, e tanto altro.Per noi che le pubblichiamo sono la nostra memoria,quella memoria che con gli anni può sbiadire può offuscarsi. 
Le immagini sono la salvezza,amore per la scoperta.

Titolo

La valigia

Autore

Sergej Dovlatov

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  I NOSTRI HOBBY CREATIVI

 

Di seguito la nostra vetrina sul mondo. Ci piaceva poter condividere con il web i nostri

oggetti, tutti completamente fatti a mano. Per ogni oggetto troverete una descrizione e l’impiego dello stesso. È ovvio che essendo pezzi unici, non possono essere identici, perché appunto creati uno alla volta, con pazienza e passione. Se nel vederli poi vi arrivasse qualche idea, non fate altro che contattarci  il Vostro progetto lo realizzeremo insieme.

 

     BUTTA UN OKKIO

 

...se siete arrivati fino a qui vi ringraziamo con questo ultima chicca Buttate un occhio dentro questa stanza e troverete delle piccole storie della nostra vita.

 

 Il titolo è già di per sé esplicito.

Infatti l’autore, dopo qualche tempo che era esule in U.S.A. 

ritrova la vecchia valigia legata con uno spago.

La apre e inizia così il racconto, il suo racconto della sua vita narrata tramite gli oggetti che sono contenuti al suo interno. Quando pubblicò il libro era il 1986 e lui era da molto che non vedeva più la sua nazione, l’unione sovietica.


 

Ogni oggetto lo fa rivivere agli occhi del lettore, le dona un’anima e gli fa anche battere il cuore. Un po’ Carver che

parla della quotidianità un po’ Cecov per la sua profondità e pungente comicità. Sì, scrisse una buona quantità di commedie, ma l’umorismo era così asfissiante che ben pochi lettori e divulgatori dell’epoca le diedero il giusto risalto. Ma torniamo a Sergej.


 

Il tempo de i “I calzini finlandesi”era un periodo di fermento, il regime traballava, il popolo iniziava a capire.

E come sempre accade, c’è puntualmente qualcuno che ci guadagno sulla pelle dei poveracci: “la borsa nera”.

 

La vita è un granello di sabbia nell’indifferente oceano dell’infinito”

 

Molte sono le introspezioni, sempre sagaci e spigliate.

L’ho trovata una lettura semplice e molto scorrevole.


 

È evidente che essendo un esule parli solo del suo paese. Con quel lato oscuro che basta per capire com’era.

Quella terra in quel periodo per intuire più che altro di come si sopravviveva alla politica e al sistema russo. 

Tutto è narrato in prima persona e non tergiversa con altri nomi, si mette in gioco con le sue generalità, le sue intuizioni e i suoi innumerevoli sbagli.

Infatti molti giornalisti, scrittori che discorrevano di letteratura e di politica erano personaggi che la polizia teneva sempre sotto controllo perché a un aggettivo sbagliato o a una cartellone fuori luogo veniva fermato. 

Raccontando la storia di “La camicia di popeline” ho incontrato una frase ironica ma molto esaustiva di come Sergj vedeva certe cose e di come le catalogava nella sua testa.

Un intellettuale russo che non sia mai stato in galera non vale un rublo.


 

Un altro aspetto interessante che ho notato in questa serie di ricordi è il vizio, l’alcolismo e la corruzione, due dei più diffusi. Le persone bevevano, fumavano di continuo fino a ubriacarsi o ammalarsi, e la corruzione era un’arma che usavano facilmente.

Probabilmente al governo stava bene così. Il popolo doveva rimanere al suo posto. Sull’ultimo scalino della scala gerarchica.


 

Ora è il momento di parlare della traduzione. L’editore si rifà a quella fatta in precedenza. Spiega che la narrazione è fedele all’originale il più possibile, sottolinea

La lingua russa, il cirillico e i modi ironici e umoristici di quel popolo sono diversi da come noi siamo abituati a interpretarli. Quindi l’editore ha traslato il tutto nel migliore modo possibile per poter far fruire anche ai lettori occidentali quelle sottili e comiche battute. 


 

Per quelle persone che vogliono scoprire un autore russo esule in U.S.A.

Per quelle persone a cui piace leggere vite distorte, ai margini.


 

Per la musica lui, essendo anche un intellettuale che discute di poeti, autori e musicisti dell’epoca, ne menziona moltissimi. Ve ne propongo uno: il violinista Brodskji.


 

Per la prossima lettura vi anticipo già il titolo che sarà la quarta sfida per il contest. Vi parlerò del vincitore nel 2007 del Premio Alessandro Manzoni di Lecco di Salvatore Niffoi il titolo: Ritorno a Baraule 


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SARTISA


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